Fenalco mette in guardia dal collasso imminente del sistema sanitario privato a Montería: "Questa non è una dichiarazione allarmistica; è un'istantanea cruda e dolorosa".

La Federazione Nazionale dei Commercianti (Fenalco) della regione di Cordova ha lanciato un forte allarme sull'imminente collasso del sistema sanitario privato a Montería, una situazione descritta come una tragedia incombente. "Questa non è una dichiarazione allarmistica: è un'istantanea cruda, dolorosa e matematicamente comprovata", ha avvertito il sindacato in un comunicato di emergenza.

Il direttore esecutivo di Fenalco Córdoba, Luis Martínez García. Foto: Fenalco Córdoba
L'analisi di Fenalco si basa sui dati ottenuti da otto cliniche private rappresentative della città, che attualmente si trovano ad affrontare una situazione finanziaria critica. Queste istituzioni assistono oltre 45.000 pazienti al mese, generano 4.770 posti di lavoro e dipendono per l'80% dai ritardi di pagamento degli Enti per la Promozione della Salute (EPS). Secondo la Federazione, queste cliniche chiuderanno tra soli tre e sei mesi. E, cosa ancora più preoccupante, rappresentano a malapena una frazione del totale.
Sulla base di questo campione, Fenalco ha estrapolato i dati relativi alle 23 cliniche private attive a Montería: il debito totale con l'EPS ammonta a 517,5 miliardi di pesos, 13.713 posti di lavoro sono direttamente a rischio e oltre 129.000 pazienti al mese rimarrebbero senza cure. Inoltre, 448 posti letto in terapia intensiva (UTI) sono compromessi e i centri ad alta complessità – che trattano pazienti con cancro, insufficienza renale, malattie cardiovascolari, neonatologia e altre condizioni critiche – sono prossimi alla chiusura tecnica.
"Il sistema pubblico non può soddisfare questa domanda", avverte il documento, aggiungendo: "I pazienti moriranno in attesa di cure. Letteralmente".
Fenalco elenca una serie di sintomi che già riflettono il collasso in corso: cliniche che operano con capitali privati al limite, personale medico senza stipendio da mesi, progetti di espansione e investimenti sanitari bloccati e una crescente migrazione di medici e specialisti verso altre città o Paesi. A questo si aggiunge un preoccupante aumento della mortalità prevenibile e il rinvio di trattamenti urgenti come il cancro e l'emodialisi.
Nelle parole del sindacato: "La mortalità evitabile è in aumento. I trattamenti per il cancro e l'emodialisi vengono rinviati. Le ambulanze sono vuote: non c'è un posto dove portare i pazienti".
Fenalco Córdoba ha anche indicato i principali responsabili della situazione: gli EPS, che devono più di mezzo miliardo di pesos; il Governo Nazionale, che "non è intervenuto efficacemente"; la Sovrintendenza Sanitaria, che "rimane in silenzio mentre Montería crolla"; e gli enti pubblici, che non rispettano i loro impegni finanziari. "I cittadini non comprendono la portata di ciò che sta per accadere", ha dichiarato il sindacato.

Fernalco. Foto: Archivio privato
Nella sua dichiarazione, la Fenalco Córdoba chiede azioni immediate, tra cui:
- Pagamento immediato dei debiti da parte di EPS ed entità territoriali.
- Sospensione delle imposte locali per gli IPS a rischio.
- Intervento urgente del Governo Nazionale e della Sovrintendenza Sanitaria.
- La formazione di un fronte cittadino per la difesa del sistema sanitario.
- Udienze pubbliche a Montería con il Congresso e il Ministero della Salute.
- La partecipazione attiva degli organi di controllo dei cittadini, dei media, dei sindacati, delle università e della società civile.
- L'intervento del Difensore civico e dell'Ufficio del Difensore civico.
"Questo non è un avvertimento. È un grido d'aiuto documentato", sottolinea la dichiarazione. Avverte che, se non verranno adottate misure urgenti, in meno di 180 giorni Montería potrebbe diventare la prima capitale del Paese senza una rete clinica privata funzionante. Una "tragedia sanitaria, sociale ed economica senza precedenti", secondo le parole del direttore esecutivo di Fenalco Córdoba, Luis Martínez García.
"Oggi abbiamo un'ultima possibilità per evitare il collasso. Non possiamo rimanere in silenzio. Non possiamo voltarci dall'altra parte", conclude il documento, invitando tutti i cittadini a unirsi in difesa della vita, della salute e del diritto a cure dignitose.
Giornalista ambientale e sanitario
eltiempo